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LA PSICOACUSTICA è lo studio della percezione soggettiva dei suoni.
In altre parole la psicoacustica è lo studio della psicologia della percezione acustica.
Sappiamo che le caratteristiche fisiche di un suono (frequenza, intensità..) possono essere misurate con estrema precisione, ma capire come un suono venga recepito ed elaborato in una “sensazione” (piacevole, fastidiosa, allarmante, ecc.) all'interno del nostro cervello, è un discorso più complesso ed è ciò di cui si occupa la psicoacustica.
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Fulvio Muzio, medico e musicoterapista, da sempre è stato interessato alla musica e in particolare alle sue espressioni contemporanee e fa parte con Enrico Ruggeri e Silvio Capeccia dei"Decibel"(www.decibelmusic.com), la cult-band che alla fine degli anni '70 ha introdotto in Italia il sound "punk" e "new-wave".
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Consultando delle pubblicazioni di musicoterapia si possono ricavare le indicazioni più disparate: c’è chi ritiene che la musica più adatta sia quella CLASSICA, chi sostiene che il genere più indicato è invece il JAZZ, chi propenderà per la NEW-AGE, e così via.
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Oggi quasi tutti ascoltiamo musica, anche perché essa è presente, al di là del nostro desiderio di ascoltarla, in quasi ogni luogo.
Però il più delle volte il nostro ascolto avviene in modo distratto, durante lo svolgimento di altre attività. Al contrario, beneficiare in profondità della musica significa soprattutto saperla ascoltare. Inoltre, i rumori in cui siamo costantemente immersi finiscono col produrre un frastuono che si ripercuote anche al nostro interno, producendo una agitazione della mente che ci impedisce di poter entrare in contatto con la nostra essenza più profonda.
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I suoni sono fenomeni fisici in grado di influenzare tutte le cose con cui vengono a contatto.
Suoni di particolari frequenze, possono ad esempio rompere un vetro; mentre, altri, impercettibili all' orecchio umano, possono essere utilizzati per dare ordini ad un cane.
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I primi studi sulle risposte emotive alla musica risalgono al 1936, quando la psicologa e musicologa Kate Heiner dimostrò che vi sono due elementi essenziali che il nostro cervello utilizza per elaborare una risposta emozionale alla musica: il MODO, cioè la tonalità (Maggiore/minore), e il TEMPO, cioè la velocità di esecuzione (Veloce/lento).
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Nel 1993 è stato dimostrato con un famoso esperimento pubblicato sulla rivista scientifica NATURE che la musica di Mozart è in grado di migliorare la percezione spaziale e la capacità di espressione.
Ottantaquattro studenti furono suddivisi in 3 gruppi e sottoposti all’ascolto di 3 musiche diverse: il primo gruppo ascoltò musica easy-listening, il secondo ascoltò una sinfonia di Mozart, il terzo non ascoltò musica ma solo silenzio.
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Basata sul sistema melodico dei raga e su quello ritmico dei tala, questa musica risale ai canti vedici dei primi colonizzatori indù, ma raggiunse la sua forma attuale negli ultimi quattro o cinque secoli. Il suo sviluppo millenario è documentato in una serie di trattati teorici, scritti per lo più in sanscrito.
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Il termine musica classica si riferisce generalmente alla musica composta nei secoli che vanno dal Seicento all’Ottocento, ma nel linguaggio specialistico degli storici esso definisce più precisamente la prodigiosa stagione creativa della musica colta europea che va dalla seconda metà del Settecento ai primi anni dell’Ottocento e che viene indicata col termine di “classicismo viennese”, perché Vienna ne fu il fulcro.
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Quella che segue è una definizione “ufficiale”: La musicoterapia è una tecnica che utilizza la musica come strumento terapeutico, grazie ad un impiego razionale dell’elemento sonoro, allo scopo di promuovere il benessere dell’intera persona, corpo, mente, e spirito.
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Nata alla fine degli anni '70, questa musica è spesso usata come aiuto per la meditazione.
Dal punto di vista armonico è lineare, apparentemente semplice ma si presenta ugualmente come un prodotto sofisticato.
E’ studiata per non coinvolgere emotivamente ed evita frequentemente la ovvietà di frasi cantabili ripetute (i ritornelli).
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Con tale termine ci si riferisce alla musica in lingua latina creata nel periodo che va dai primi anni di diffusione del Cristianesimo sino all'anno 1000 circa.
Il nome deriva dal Benedettino Gregorio Magno (papa dal 590 al 604) il quale, per dare maggiore unità alla chiesa si preoccupò di fondere i numerosi canti di preghere che venivano usati nei centri già raggiunti dal Cristianesimo. Papa Gregorio impose ufficialmente il canto gregoriano in tutte le province del Sacro Romano Impero che si diffuse così nelle abazie e nei conventi.
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La musica è un linguaggio non meno importante di quello visivo, corporeo o verbale, in grado di esprimere idee, concetti, sentimenti propri di ogni individuo.
Come il linguaggio verbale, anche la musica è uno dei fondamenti della nostra civiltà. L’uomo costruì i primi strumenti oltre 35 mila anni fa: tamburi, flauti, scacciapensieri.
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Dobbiamo pensare che da ancor prima della nascita si sedimentano in noi dei suoni che costituiranno poi il nostro “Io sonoro”.
La musicoterapia tradizionale, che è quella di tipo psicoterapico, utilizza un codice alternativo rispetto a quello verbale, (basato sul principio dell'ISO - identità sonora individuale) per cercare di aprire attraverso il suono, la musica, e il movimento, dei canali di comunicazione nel mondo interno dell'individuo. Gli operatori di musicoterapica cercano cioè di sbloccare questi canali attraverso l’espressione strumentale sonora.
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Il Jazz è uno stile musicale proveniente dall’eredità espressiva africana, sviluppatosi a partire dalla fine del secolo XIX negli Stati Uniti del sud.
Gli elementi caratteristici sono: l'uso della polifonia, del sincopato e del libero dialogo tra gli strumentisti.
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