La musica Indiana |
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Basata sul sistema melodico dei raga e su quello ritmico dei tala, questa musica risale ai canti vedici dei primi colonizzatori indù, ma raggiunse la sua forma attuale negli ultimi quattro o cinque secoli. Il suo sviluppo millenario è documentato in una serie di trattati teorici, scritti per lo più in sanscrito. E` caratterizzata da melodie solistiche o all'unisono, molto spesso accompagnate da un bordone, e dai cicli ritmici. La musica sacra indiana è caratterizzata da una struttura che concilia la meditazione, amplificando l’ascolto di ciò che è al limite tra l’oggettivo e l’immaginario, tra il proprio mondo interno e l’ambiente esterno, per cui si addice ad un utilizzo riflessivo sui rapporti tra mente e corpo. Per tali ragioni viene utilizzata per la riabilitazione verbale, e sul versante psicologico, quando il flusso delle emozioni appare bloccato. |
Tra gli strumenti utilizzati dalla musica indiana occupano un posto di rilievo gli strumenti a corda come la vina e il sitar; tra gli strumenti a percussione, fondamentali per mantenere i cicli dei tala, vi sono il pakhawaj e il tabla.; numerosi anche gli strumenti a fiato (srnga, shahnai, bansri). In Occidente, il rappresentante più noto della musica indiana è il compositore e sitarista Ravi Shankar. |
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